Ricordando quella notte tragica

titanic-4“Non c’era vento di cui parlare, il mare era calmo e scuro, come una lastra di vetro sotto il cielo stellato. Mancava un’ora alla mezzanotte in quella notte senza Luna. La band suonava sotto i ponti nel salone di prima classe, mentre il turno di notte camminava sopra il ponte”. Lo ricordano così i sopravvisuti di quella terribile traversata che partì dal porto di Southampton il 10 Aprile 1912, comandata dal capitano Edward John Smith, alla sua ultima uscita e che non arrivò mai a New York come da previsione. In quelle ore una delle tragedie marittime più grandi del XX secolo stava per consumarsi, mentre l’iceberg responsabile dell’impatto attendeva nel silenzio di un gelido Nord Atlantico la “nave inaffondabile”. Si, perché il Titanic era considerato tale: lungo 269 metri e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l’altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri, con un’altezza totale di 53 metri. Il Titanic aveva 10 ponti, sette per i passeggeri e tre per l’equipaggio e un solo cargo. Era suddiviso in tre classi: la prima, era contraddistinta da cabine di lusso molto confortevoli, con accesso diretto ad una sala da pranzo, un ristorante, una sala fumatori e varie sale da caffè.

La nave comprendeva anche una piscina coperta, un bagno turco, campi da squash e una palestra. In realtà si trattava di un vero e proprio palazzo galleggiante. La terza classe era quella più economica, situata nei piani più bassi della struttura. Il prezzo del biglietto per la prima classe aveva un equivalente odierno di 70.000 dollari, mentre quella più economica di “soli” 700 dollari. La sua stazione radio era considerata (con l’Olympic) la più moderna e potente mai installata su un bastimento, ma tra tutto questo, si pensò di montare soltanto 16 scialuppe di salvataggio. Un errore che risultò fatale. A dire la verità, ci furono altri presagi che fecero capire da subito che il viaggio sarebbe stato tutt’altro che fortunato. A causa del risucchio causato dalla partenza del Titanic, la piccola nave New York, ormeggiata nelle vicinanze, ruppe gli ormeggi e si avvicinò pericolosamente al gigante. Il mancato incidente causò il ritardo di un’ora. Molti passeggeri furono dirottati all’ultimo momento sul transatlantico a causa di uno sciopero del carbone, e ci fu anche un cambio del comandante in seconda, considerato troppo poco esperto da Smith. Il 14 aprile, dopo quattro giorni di navigazione, intorno alle 13:30, il capitano consegnò a Bruce Ismay un messaggio appena ricevuto dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic. Il direttore della White Star impose di non rallentare la velocità di navigazione, perché l’arrivo a New York con un giorno di anticipo avrebbe creato un’immagine grandiosa del Titanic.
Il Titanic
A causa di un guasto dell’apparecchiatura radio, i passeggeri erano impazienti di inviare dei messaggi privati via telegrafo, e questo distrasse i marconisti che non lessero i ripetuti messaggi di segnalazioni iceberg. In serata faceva molto freddo in quel tratto di mare, dal momento che la temperatura indicata era di +1°C, segno che erano vicine le montagne di ghiaccio, non visibili a causa di un mare eccezionalmente calmo. L’equipaggio era sprovvisto di binocoli, a causa della fretta di partire in orario dal porto di Sauthampton. Nel processo svoltosi successivamente, si è stabilito che il cambio del 2° ufficiale voluto all’ultimo momento dal comandante, causò questa distrazione. Tutti questi inconvenienti non permisero di avvistare quel maledetto iceberg in tempi utili per la virata, anche perché il transatlantico viaggiava alla notevole velocità di 20,5 nodi (pari a circa 38 Km/h). In realtà, la virata ha compromesso maggiormente la struttura della nave, dal momento che un impatto frontale avrebbe danneggiato soltanto i due compartimenti stagni, evitando l’affondamento. Il ghiaccio strisciò sulla dritta piegando le lamiere e provocando sei diversi squarci sotto la linea di galleggiamento, e ironia della sorte, produsse l’allagamento di cinque compartimenti (con quattro compartimenti allagati il Titanic non sarebbe affondato), causando l’inevitabile affondamento in poco più di un paio d’ore. La nave più vicina era la Carpathia, che però, dopo aver ricevuto il messaggio di sos, non riuscì ad essere li prima di 4 ore. Man mano che il tempo trascorreva, la situazione cominciava ad essere sempre più drammatica. Sul Titanic erano ancora presenti 1500 persone quando la situazione degenerò, tra urla di disperazione e panico generalizzato. La band continuava a suonare, forse per rassegnazione ad una morte ormai certa. Il testimone oculare Jack Thayer, da bordo di una lancia, rese questa testimonianza:

“Il ponte era leggermente girato verso di noi. Si vedevano mucchi dei quasi 1500 passeggeri rimasti a bordo che si affastellavano come sciami d’api, ma solo per ricadere a gruppi, a coppie, da soli, mentre circa 80 metri di scafo si alzavano formando con la superficie un angolo di circa 70°. Poi la nave, e con essa il tempo stesso, sembrarono fermarsi. Infine, gradualmente, il ponte si girò, come a voler nascondere l’orrendo spettacolo alla nostra vista.”

Poco dopo tutte le luci del Titanic si spensero, lasciando soltanto immaginare la tragedia attraverso boati dovuti alla distruzione del transatlantico. La nave si ruppe in due tronconi prima di precipitare verso gli abissi di quel gelido oceano. Lawrence Beesley aggiunse:

« Prima che il ponte fosse completamente sommerso, il Titanic s’innalzò verticalmente per tutta la sua lunghezza e, forse per 5 minuti, vedemmo almeno 150 piedi della nave alzarsi sopra il livello del mare, diretta contro il cielo; poi precipitando obliquamente disparve sott’acqua. Nella zona di cui parlo, fin dove riuscivo a vedere, salivano al cielo le grida più atroci mai udite da uomo mortale, se non da chi sopravvisse a quella terribile tragedia. I gemiti e i lamenti dei feriti, le urla di chi era in preda al terrore e lo spaventoso boccheggiare di chi annegava, nessuno di noi lo dimenticherà più fino al giorno della sua morte.

Alle 2:20 ora locale la nave si inabissò, e portò con sè oltre 1500 anime, che ancora oggi, a distanza di 100 anni, vengono ricordate più di ogni disastro marittimo. L’affondamento del Titanic rimane infatti uno dei più letali disastri marittimi della storia del XX secolo.

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